giovedì 26 marzo 2009

la nuova Alice di Tim Burton

Secondo le parole di Tim Burton, la sua Alice nel Paese delle Meraviglie sarà una nuova storia, più che un adattamento dei romanzi di Lewis Carroll. E' un bene o un male? Cosa aspettarsi dall'atteso film?

Da una intervista pubblicata su D23 magazine sappiamo finalmente qualcosa in più sull'Alice nel Paese delle Meraviglie di Tim Burton, dopo mesi di speculazioni.
Nell'articolo, il regista ammette che il suo film prenderà non poco le distanze dai due romanzi di Lewis Carroll che Linda Woolverton ha adattato in un'unica sceneggiatura (come già accaduto parzialmente nel cartoon della Disney), ovvero Alice nel Paese delle Meraviglie e il sequel (scritto sei anni dopo) Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi Trovò.
Burton infatti sembra voler percorrere una strada particolare, molto meno fedele ai romanzi di quanto non fosse il film Disney (già di per se non proprio fedelissimo), e già lo si era capito quando ha chiamato come protagonista la 19enne Mia Wasikowska (Alice, nei romanzi, ha sette anni). Nell'intervista, però, Burton è stato molto più chiaro:

"L'Alice di Burton ha 17 anni, ed è sulla soglia dell'età adulta: il suo viaggio nel Paese delle Meraviglie diventa un vero e proprio "rito di passaggio" che le farà scoprire la propria voce e se stessa, ricongiungendola in ultima analisi al suo compianto padre. (...)
"Non la raccontiamo di nuovo in maniera letterale, anche se ci sono elementi tratti dall'originale. [...] Quello che mi piace della versione della storia di Linda è che è ambientata in una età a metà strada tra l'infanzia e l'età adulta".

Più avanti, Burton addirittura sembra accennare al fatto che la trama del suo film sarà una sorta di "Ritorno al Paese delle Meraviglie", come si trattasse di un sequel ambientato dieci anni dopo:

"La nostra idea è questa: Alice ha avuto questa avventura da piccola, e ora ritorna diversi anni dopo. Il risultato è un luogo più oscuro, dove le piante sono cresciute a dismisura, tutto è meno curato".

Nell'attesa che nuove interviste (e magari i primi trailer) ci chiariscano le idee a riguardo, giungono spontanee alcune domande.
Sarà un bene mantenersi così poco fedeli al romanzo? Cambiare la storia in maniera così radicale la arricchirà o la stravolgerà? Il risultato potrebbe essere un film unico nel suo genere: dopotutto, spesso i film troppo fedeli al materiale originale si rivelano dei sostanziali fallimenti (chi critica Watchmen lo fa principalmente per via della sua fedeltà al materiale originale). Ma potrebbe anche rivelarsi un grosso errore, se si perdesse quella presa che solo la storia della bambina che si perse nel Paese delle Meraviglie ha saputo creare nell'immaginario collettivo per più di un secolo.
E inoltre: con una trama sostanzialmente nuova, è ancora giusto chiamare il film Alice nel Paese delle Meraviglie? Sicuramente è troppo presto per giudicare il film in sé, ma certo le premesse creeranno non poche discussioni.

Fonte:BadTaste.it

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